Umidità di risalita capillare

Una delle più comuni categorie è data da umidità di risalita per capillarità. Generalmente il manifestarsi di aloni, aree umide ed efflorescenze, sono i naturali effetti dell’evaporazione del contenuto d’acqua trattenuta nella parete. La progressiva cristallizzazione dei sali presenti, produce l’occlusione dei pori, indebolendo i supporti e sottoponendoli a forti pressioni retrostanti; in breve sopraggiunge degrado e disgregazione degli intonaci. Fondamentale è quindi la valutazione da effettuarsi riguardo la natura e la concentrazione della carica salina presente nelle pareti.

Il fenomeno fisico della capillarità è la principale causa di assorbimento d’acqua nelle muratura. Tale fenomeno si sviluppa assorbendo acqua in parete in maniera ascendente. Condizionato da numerosi elementi, quali composizione e spessore delle murature, natura del terreno e falda freatica, si differenzia nettamente dal principio dei vasi comunicanti. Il fenomeno dell’assorbimento per capillarità infatti, sviluppa un innalzamento dei liquidi contenuti nei capillari in maniera tanto maggiore quanto più è piccola la loro sezione. Fondamentale risulta quindi l’analisi della natura dei materiale di costruzione, lo stesso fenomeno infatti può manifestarsi in modi differenti in funzione dei materiali impiegati.

Fase 1

Individuata l’area d’impiego, occorre trattare le sezioni interamente fino al 50-60% più in alto del livello massimo d’evaporazione individuato ad igrometro, tracciando linea retta parallela al terreno.

Operare in superfici allo stato grezzo, ove presenti eliminare tinteggiature, rivestimenti e rasature mediante abrasione meccanica o sabbiatura. Irruvidire meccanicamente cementi armati particolarmente lisci.

Fase 2

Rimuovere superfici incoerenti ed aree profondamente indebolite da umidità ed efflorescenze, fino al raggiungimento di supporti idonee all’ancoraggio. Determinata solidità e coesione, bagnare a rigetto l’area d’impiego.

Applicare a rasatura primo strato di Hegea 2.0. Interporre rete in fibra.

Fase 3

Si consiglia l’impiego di reti in fibra 150/160gr mq. Con l’interposizione di rete non è necessario attendere i tempi indicati per l’applicazione successiva.

Dopo almeno 12 ore, idratare nuovamente l’area d’impiego. Applicare secondo strato Hegea 2.0. (spes. tot. fondo c.a. 5mm).

Dopo almeno 12 ore, previa idratazione, procedere con l’applicazione dei rasanti a finitura, Hegea 0.8, 0.6 o 0.3. (spes. c.a. 1mm).

Tinteggiare ad asciugatura avvenuta (28gg), con prodotti altamente traspiranti: silossanici, silicati, calce.

Riflessioni

La sola abrasione superficiale e lo spessore ridotto che sviluppa il ciclo, offrono la possibilità di poter recuperare supporti ancora idonei e coesi o di poter operare in supporti problematici per sistemi di risanamento (es. cementi armati), con un notevole abbattimento di tempi, costi e materiali.

L’abrasione dei supporti produce le sole polveri di scarto contenute nell’unità d’aspirazione e non macerie, inoltre in funzione della scarsa profondità d’intervento, è possibile operare in murature con intonaci di scarso spessore senza modificarne la quota originale.

Una struttura soggetta ad umidà di risalita, in cui venga forzata l’evaporazione superficiale, l’incremento dell’acqua espulsa innesca un aumento dell’acqua assimilata dalle fondamenta: Il sistema di risanamento Hegea, una volta solidificato in profondità nei capillari dei supporti, agisce nelle sezioni superficiali dove hanno inizio i fenomeni di degrado, permette infatti una lenta e continua evaporazione dell’acqua, fino al raggiungimento di una graduale staticità tra strati umidi sottostanti ed aree superiori risanate, senza che efflorescenze e cristallizzazioni evolvano in degrado delle superfici.